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Imredy, Béla.

Uomo politico ungherese. Esperto di problemi finanziari, divenne uno dei più autorevoli esponenti politici ungheresi, dopo l'istituzione del regime dittatoriale dell'ammiraglio Horthy nel 1920. Ricoprì importanti incarichi finanziari, divenendo ministro delle Finanze nel 1932. Due anni più tardi assunse il ministero dell'Economia e la presidenza della Banca nazionale. Nel 1938 divenne primo ministro e accentuò le misure legislative di discriminazione razziale, già introdotte dal suo predecessore Daranyi, intensificando inoltre i programmi di riarmo. Presto le speranze di quanti vedevano in lui un "moderato", esperto di problemi finanziari e assertore di una filosofia politica cattolica, furono deluse. Dopo la conferenza di Monaco e l'ampliamento del territorio ungherese a spese della Slovacchia, egli adottò una linea politica rigidamente filotedesca, cercando poi di basare il potere del primo ministro su un partito dichiaratamente fascista e razzista, istituendo una dittatura personale. Ciò provocò la sua caduta nel gennaio del 1939, ufficialmente motivata da rivelazioni su una sua presunta origine ebraica. I. rimase tuttavia uno degli uomini politici piu influenti, capo di una delle tre formazioni (la più moderata e borghese) che si ponevano alla destra del partito di governo, alcuni esponenti della quale entrarono a far parte del governo-fantoccio istituito da Hitler nel 1944, dopo l'esautorazione dell'ammiraglio Horthy, sostituito dal capo delle "croci frecciate". Arrestato dopo la liberazione, venne giustiziato nel 1946 (Budapest 1891-1946).